IL DONGIONE
Sicuramente fu la prima fortificazione del paese, costruita, su uno sperone tufaceo del colle che guarda ad oriente, verso il mare, come presidio all’ingresso dell’abitato e come punto di vedetta.
Il nome “Dongione” conferma la sua origine antica (XI, XII secolo), poiché così venivano denominate tali fortilizi costruiti in diversi territori nel periodo della dominazione normanna in Calabria e Sicilia (dal francese “donjòn” e dal latino “dominatio – onis”, quindi punto dominante, presidio militare, palazzo del governo). Posto a sud-est del paese, con il prospetto principale che guarda il mare, il Dongione, con la sua “làmia”, col suo “ponte alzatore” di legno, corredato di catene e argani, ed un successivo ponte di muratura a tre archi, sovrastava la strada “d’astrico” e vigilava sui movimenti di “uomini, animali e carri” Anticamente, infatti, “la Porta” (così denominata ancora oggi nel gergo popolare ardorese), fu la principale via d’accesso al centro abitato per chi, salendo dalla Marina, intendeva accedere alla città murata ed eventualmente proseguire, dopo aver varcato la più modesta porta ovest, situata a fianco della torre quadrilatera destra del castello, verso il borgo S. Antonio e, quindi, continuare verso i villaggi di S. Nicola dei Canali o di Bombile. Negli anni 50 dello scorso secolo, con una decisione inqualificabile quanto ingiustificata, forse per la mania di disfarsi del “vecchio”, fu demolita la rampa di accesso alla “lamia” con il ponte a tre archi e mutilata la porta. Al posto della “strada d’astrico”, dopo qualche anno, fu costruita una grande scalinata che, dal borgo S. Giovanni, dava accesso attraverso la “lamia della Porta” al centro della città. Tale manufatto, per la realizzazione della “variante della strada provinciale” Ardore M.na – San Nicola, fu demolito subito dopo e la “lamia della Porta”, mutilata della funzione viaria, fu murata da entrambe le parti ed il “forte”, ulteriormente ridotto in altezza e privato della copertura a tegole, fu adibito a Carcere Mandamentale. Nel 1996, l’Amministrazione Comunale, per espressa volontà del sindaco Giuseppe Grenci, con l’intento di avviare un processo di recupero architettonico e storico della fortificazione, ha riaperto la “lamia” e reso parzialmente fruibile la struttura per scopi culturali.